Bologna, 12 marzo 2016: tarda mattina. Davanti alla facciata dell’XM24 si è appena arrivati all’apice di un terribile, per taluni, scempio, per altri di un glorioso ultimo atto di resistenza. Il grande murale che qualche anno prima aveva permesso la salvezza del centro sociale rendendolo impermeabile alla oliatissima macchina della gentrification, è stato sacrificato al bene più importante: la libertà. La sua fine è stata decretata dal suo stesso artefice, Blu, che ha deciso di scorticarlo e poi di seppellirlo sotto una valanga di grigio, sorte toccata a quasi tutta la sua produzione felsinea. Il tutto per colpa di una “maledetta” mostra; di quelli che l’hanno promossa, ideata e resa possibile: finanziatori, curatori, conservatori e restauratori che invece di pensare a Vitale, Amico, Annibale o Guido, non solo hanno avuto la bella idea di salvare dal “piccone demolitore” alcuni murales di mano dell’artista di Senigallia, ma anche di musealizzarli a “spregio” del loro contesto originario.
È ora giunto il momento di riprendere il filo del discorso, riaprendo il dibattito proprio a partire dalle questioni che Street Art - Banksy & co. L’arte allo stato urbano cercò di porre all’attenzione della comunità scientifica. Ovviamente senza rinunciare a fare i conti con le domande che il gesto di Blu ha inevitabilmente portato con sé. A ciò hanno cercato di rispondere storici dell’arte, professionisti del restauro e della conservazione, ma anche studiosi di altre discipline del sapere, chiamati a indagare quei fatti secondo punti di vista inediti e originali. Tutto questo nella consapevolezza che, fra l’11 e il 12 marzo 2016, al catalogo delle pitture murali di Blu si è aggiunta una nuova opera d’arte.
Atti della Giornata di studi “Oltre il grigio: conservare, musealizzare e restaurare l’arte urbana fra tradizione e memoria”, a cura di Luca Ciancabilla e Gian Luca Tusini.
Università di Bologna, Dipartimento delle Arti, Complesso di Santa Cristina, 31 maggio 2018.
Luca Ciancabilla
Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di
Beni Culturali dell’Alma Mater fra il 2007 e il 2013,
negli ultimi anni ha indirizzato le sue ricerche allo
studio della storia della tecnica del distacco delle
pitture murali con particolare attenzione alle
sue connessioni con la storia del restauro e del
collezionismo in Età Moderna e Contemporanea.
Dopo aver discusso il dottorato di ricerca presso
l’Università di Siena (2011), ha ottenuto l’Abilitazione
Scientifica Nazionale come professore di
seconda fascia in Storia dell’arte (2014 e ancora
nel 2018). È autore di diverse monografie e saggi
inerenti la storia della critica d’arte, la storia del
restauro, della conservazione e del collezionismo
delle opere d’arte, e docente a contratto presso
l’Università di Bologna, l’Università di Firenze e
l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Gian Luca Tusini
Laureatosi nel 1997 in Fenomenologia degli stili
al DAMS dell’Università di Bologna, nel 2001
ha conseguito con il massimo dei voti e la lode
il Diploma di Specialista in Storia dell’Arte, indirizzo
Arte contemporanea, presso la Scuola di
Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università
di Bologna. Nel 2005 ha conseguito il titolo di
Dottore di ricerca in Storia dell’arte all’Università
di Bologna, relatore il professor Renato Barilli. Ha
ottenuto una borsa di studio biennale postdottorato
presso l’Università di Bologna (2006-2008).
Ricercatore in Alma Mater Studiorum - Università
di Bologna in ruolo dal 30 dicembre 2008.
Gli interessi di ricerca spaziano dall’arte tra Otto
e Novecento, alla teorie della critica formalista,
alla decorazione, ai rapporti tra arte e tecnologia,
pittura e fotografia, ad altri aspetti della civiltà visuale,
tra cui l’araldica e le varie forme simboliche
del potere
© 2019, pp. 248
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